Cosa si fa quando si fa psicoterapia?

La risposta breve è: molte cose diverse ma con un unico obiettivo comune.

Vediamo di spiegarlo bene.

Ogni psicoterapeuta ha con sé una serie specifica di tecniche e modalità di intervento che gli sono state insegnate. Questi “strumenti” fanno riferimento all’approccio teorico da cui proviene quello specifico psicoterapeuta.

Facciamo alcuni esempi.

Sintetizzando molto (!), uno psicoterapeuta formato in ambito “psicoanalitico” potrebbe essere interessato ad analizzare i sogni o a lavorare sugli aspetti inconsci delle nostre azioni e dei nostri comportamenti. Uno psicoterapeuta di approccio “sistemico-relazionale” potrebbe essere interessato al modo in cui viviamo ed agiamo nei contesti relazionali significativi per noi, come la coppia o la famiglia, e capire come una comunicazione non efficace interferisce in maniera problematica.

Questa varietà ci aiuta a capire quanto sia diverso il concetto di psicoterapia e quanto può variare, anche praticamente, una seduta di terapia fatta con uno psicoterapeuta rispetto da un’altra, con un altro professionista.


Ma quindi è solo una questione di tecniche?

No, ogni tecnica o pratica effettuata in terapia dovrebbe essere al servizio di una relazione terapeutica che è primariamente anche un’alleanza di lavoro. Lo scopo di una psicoterapia quindi non è applicare, dall’alto “qualcosa”, ma costruire e promuovere uno spazio dove il cliente può sperimentare nuove modalità di relazionarsi con sé stesso, il mondo e gli altri.

Ogni psicoterapeuta condivide un unico obiettivo. Ovvero quello di promuovere un cambiamento positivo nel cliente. Aiutarlo e supportarlo in un processo di crescita e affrontare, insieme a lui, i problemi che lo bloccano nel raggiungimento di una vita piena. Le varie tecniche, se presenti, hanno quindi lo scopo di facilitare proprio questo.

Insieme, cosa faremo in psicoterapia? La mia formazione ed il mio modo di essere mi hanno portato a crede che possa essere efficace aiutare il cliente ad esplorare idee nuove, empatizzare con lui per entrare in contatto con emozioni o sentimenti e cercare di fare chiarezza nel caos o magari nella paura, nell’ansia. Credo che possa essere utile fornire al cliente chiarezza e conoscenze rispetto ai suoi sintomi, se presenti, per trovare strategie utili a gestirli e poi ridurli. Tutto questo cerco di offrirlo in un contesto di apertura, trasparenza, alleanza ed onestà con il cliente, con il fine di pormi come un alleato, un compagno di viaggio.