Che cos’è la Terapia Cognitivo-Comportamentale?

L’obiettivo della terapia psicologica è quello di consentire un cambiamento di prospettiva su se stessi e sui propri problemi, in modo che la persona sia in grado di rispondere, comportarsi ed agire in modo più flessibile, aiutandola a recuperare aspetti chiave del proprio sé e della propria vita.
Una buona terapia psicologica aiuta quindi le persone a passare dai circoli viziosi che le intrappolano a modelli adattivi di creazione di significato e di risposta comportamentale flessibile. In altre parole aiutare le persone a vivere una vita significativa e di valore attraverso il loro sentire, pensare e relazionarsi con il mondo e non in opposizione ad esso.

La terapia cognitivo-comportamentale (CBT), che si è evoluta dalla terapia comportamentale (BT) oggi è un approccio evidance-based proposto per la comprensione e il trattamento di una gamma molto ampia di problemi di salute mentale e non solo. La CBT risulta essere un trattamento standard per i più comuni disturbi diagnosticati come la depressione e i disturbi d’ansia negli adulti ed in età evolutiva.

In quasi settanta anni dalle sue prime teorizzazioni, la CBT ha accolto molte modifiche e variazioni nel suo modo di concettualizzare ed intervenire nel contesto clinico e sociale. Attualmente si parla di 3^a generazione delle psicoterapie proprio per ribadire l’evoluzione teorica che le terapie cognitive e comportamentali hanno avuto. Esse hanno integrato aspetti di processo psicoterapeutici transdiagnostici (che vanno oltre i disturbi e le categorie diagnostiche classiche), un approccio di disponibilità e curiosità verso il proprio pensare e sentire, training di consapevolezza (mindfulness) e compassione, il lavoro sulla motivazione, i valori personali ed il senso dell’esistenza.

In tutta questa variabilità e pluralità di visioni e tecniche quali aspetti centrali possiamo evidenziare per comprendere cos’è oggi una terapia detta “cognitivo-comportamentale”?

Facciamolo, facendosi aiutare e prendendo ispirazione dalle “Le 30 tesi della CBT“, un insieme di principi e buone pratiche redatto dalla CBT-Italia: la Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale:

  1. La CBT è un modello scientifico aperto e cumulativo, soggetto quindi a cambiamenti ed evoluzione grazie al contributo di clinici e ricercatori.
  2. La CBT ha dato vita ad un vasto panorama di interventi, che possono essere rappresentati come un arcipelago. Alcune isole sono vicine tra loro e facilmente interconnesse, altre più distanti e differenti. Osservando le isole dell’arcipelago si scorgono caratteristiche affini e segni di un’origine comune, di un terreno condiviso, e una tensione ad estendersi verso nuove traiettorie.
  3. Nel mondo CBT la visione dell’uomo poggia su una prospettiva bio-psico-sociale e su una cornice di riferimento cognitivo-funzionalista, punto di equilibrio fra differenti epistemologie e visioni del mondo.
  4. Nella CBT un tema chiave è la relazione tra cognizione, emozione e azione.
  5. Lo scopo della CBT è sviluppare modelli e metodi per comprendere, prevenire e alleviare la sofferenza umana, e per promuovere la qualità di vita, attraverso l’apprendimento di strategie di accettazione e cambiamento.
  6. Per la CBT l’esperienza dell’uomo e la sua sofferenza sono comprensibili alla luce dell’interazione fra l’uomo e il suo contesto storico ed attuale. Il terapeuta favorisce nel cliente la formulazione di ipotesi personali e specifiche per la comprensione della sua sofferenza.
  7. La CBT racchiude interventi evidence-based, che tengono conto dei valori, preferenze e contesto del cliente, delle prove di efficacia presenti in letteratura e dell’esperienza del clinico che li utilizza.
  8. La CBT può essere applicata a singoli, a coppie o a gruppi, e si rivolge all’intero ciclo di vita: adulti, bambini, giovani ed anziani.
  9. Nella CBT la terapia è un processo collaborativo, attivo ed esperienziale, che ha luogo in un setting vis à vis. Il terapeuta e il cliente sono esistenzialmente “sulla stessa barca”, accettano di assumere due ruoli specifici e complementari ponendosi su un piano paritario, anche se il terapeuta si assume la responsabilità di condurre la terapia.
  10.  Nella CBT il terapeuta condivide il razionale della terapia, ovvero spiega ed aiuta a far comprendere al cliente come verrà condotta la terapia, attraverso quali strumenti tecniche o esperienze. In questo il cliente avrà sempre un ruolo centrale e primario.
  11. Nella CBT la relazione terapeutica è il contesto in cui il terapeuta aiuta il cliente ad esplorare e ampliare le prospettive, credenze su di sé, sugli altri/il mondo, sul futuro/sul passato e a entrare in contatto con motivazioni, scopi e valori. Il terapeuta promuove nel cliente nuove modalità di relazione con la propria esperienza, per favorire una buona qualità di vita.
  12. La CBT promuove nel cliente una lettura psicologicamente orientata della sua esperienza tramite un approccio educativo ed esperienziale.
  13. Nella CBT, attraverso la scoperta guidata, il terapeuta aiuta il cliente a discriminare cognizioni, emozioni, azioni e a comprendere che queste risposte sono apprese; il terapeuta favorisce l’identificazione di relazioni funzionali fra queste e il contesto, allo scopo di promuovere consapevolezza, flessibilità e direzionalità esecutiva.
  14.  Nella CBT gli obiettivi terapeutici sono esplicitati e frutto di un accordo tra terapeuta e cliente e possono essere ridefiniti nel corso della terapia. Essi sono conseguenti alla formulazione del caso condivisa, che tiene conto dei valori personali del cliente.
  15. La CBT prevede una fase di assessment e una fase di trattamento. La formulazione del caso rappresenta sempre il perno tra le due fasi e la bussola dell’intervento, anche in un’ottica di prevenzione delle ricadute.
  16. Nella CBT una prassi comune è condividere l’agenda della seduta e alcune pratiche o azioni da svolgere tra una seduta e l’altra, cosi che il cliente possa esercitare e sperimentare quanto emerso in seduta.

Una buona terapia psicologica implica quindi una sapiente miscela di arte clinica e scienza clinica.
L’obiettivo è lavorare in collaborazione con la persona per metterla in grado di esaminare la sua situazione in modo flessibile, al fine di capire come funziona il suo personale mondo. Non si tratta di promuovere il pensiero positivo a prescindere, o cambiare pensieri irrazionali. Il più delle volte una buona terapia CBT aiuta il cliente a costruire una sua personale teoria sul suo funzionamento mentale e comportamentale rendendolo un agente autonomo e consapevole del suo funzionamento.

fonti: https://www.cambridge.org/core/journals/behavioural-and-cognitive-psychotherapy/article/how-effective-psychological-treatments-work-mechanisms-of-change-in-cognitive-behavioural-therapy-and-beyond/E204698C526F8F312606E7D4EEDB9BBB#ref20